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Perchè questa puntata?
In questa puntata del podcast “Chitarra da Bar“, l’ospite è Marco Fanton e mi darà una mano Stefano Rossi.
Ho invitato Marco perchè mi era capitato di sentire una sua clinic proprio sul suono digitale e sono rimasto stupito perchè non ho trovato le solite motivazioni sul fatto che “se devo fare tanti concerti mi spezzo la schiena e quindi il digitale è più pratico“, ma ha dato delle motivazioni molto interessanti e di cui poche persone parlano, così ho pensato che fosse molto interessante anche per te ascoltare i lsuo punto di vista.
Marco Fanton è un chitarrista esperto di suoni digitali, collabora con Fractal, Helix e altri marchi relativi al suono ed effetti della chitarra. Ci parlerà del perchè preferisce per esempio il Fractal rispetto al più famoso Kemper, come lui crea i suoni ed i suoi segreti per riuscire a trovare il giusto suono dei grandi chitarristi da cui trarre spunto. In particolare Marco Fanton è convinto che il digitale sia meglio dell’analogico.
Marco non è un professionista, ma suona la chitarra in modo egregio.
Chi è Marco Fanton?
Marco Fanton è nato nel 1968, non è un chitarrista professionista ed era perlopiù conosciuto fino a poco tempo fa solo nella propria provincia (Padova), dove suona in pubblico dal 1981.
Marco è sempre stato affascinato dal mondo di internet, l’ha sempre utilizzato per rimanere aggiornato sulle novità del settore fino a quando non è rimasto impressionato dai suoni creati da Pete Thorn in digitale con il Line 6 Helix.
Trovandosi distante dalla filosofia del Kemper, che non fa altro che creare delle “fotografie” a dei suoni, rimane affascinato dalla concezione del modeler in questione.
Marco quindi nel 2016 decide di comprare l’Helix, ma ne rimane molto deluso. I suoni preimpostati infatti erano abbastanza scadenti, tanto che non riusciva a trovare qualcosa di interessante. Ma ricordandosi della recensione e dei suoni di Pete Thorn decide di provarci lo stesso e scopre che creandosi i suoni da zero come lui voleva riusciva ad ottenere qualcosa di notevolmente efficiente.
Un giorno decide di suonare dal vivo con questa strumentazione digitale, si registra con una telecamera e prende l’audio direttamente dall’impianto, mentre suonava Still Got The Blues.
Carica il video su YouTube dichiarando che si trattava di un Helix e il video diventa virale (ad oggi mezzo milione di visualizzazioni). Da quel momento Marco Fanton crea e vende i suoni in digitale per le varie macchine presenti sul mercato.
I Test di Marco dal Vivo che lo hanno Convinto Definitivamente
Marco Fanton suona da tanti anni ormai con una Tribute Band dei Toto.
Grazie all’esperienza fatta con loro e la voglia di migliorare il suono per il pubblico, Marco procede insieme a tutto il gruppo con dei test.
Il primo passo è quello di passare agli In-Ear Monitor, ovvero decidono tutti di usare degli auricolari al posto delle casse spia.
Per Marco, già il passaggio agli In-Ear è illuminante, sia per le sue sensazioni, sia per la qualità del suono che arriva al pubblico. Lui si sente meglio, può tenere un volume più basse e quindi stressare meno le orecchie e non si crea quel volume di palco che crea confusione nel suono.
Ma oltre a questi aspetti, Marco si rende conto che il suono microfonato non era per niente simile a quello che lui si aspettava di sentire. Qui si accende la lampadina.
A questo punto Marco comincia a creare i propri suoni ascoltando direttamente quello che arriva dall’impianto.
Il Pubblico non Sente Quello che Senti Tu
L’illuminazione è proprio questa: capire che il pubblico non sente il suono che hai in testa tu, o che senti tu con le tue orecchie.
Sostanzialmente Marco si rende conto non solo che i suoni erano diversi, ma lo erano altrettanto gli effetti per chitarra, a partire ovviamente da quelli ambientali che appunto cambiano a seconda dell’ambiente in cui suona.
L’obiettivo era di riuscire a sentirsi bene in qualsiasi posto e poter suonare sentendosi come se si stesse suonando dentro ad un disco.
Il chitarrista sente il suono che viene definito “Amp in The Room” dagli americani per esempio, che sarebbe appunto il suono dell’amplificatore nella stanza, ma è un suono che solo il chitarrista sente perchè fuori il suono viene microfonato.
La maggior parte dei chitarristi non ha minimamente cura di cosa succeda con il suono dall’impianto al pubblico. Senza contare che non riusciresti mai a riprodurre il suono “Amp in the Room” dal vivo, perchè se no dovresti mettere un micrfono che catturi l’ambiente, ma lo stesso microfono acquisirebbe anche i suoni degli altri strumenti e rumori.
Perchè il Suono della Chitarra Migliora con il Digitale per il Pubblico
Quando si cominciano ad utilizzare sistemi digitali per suonare dal vivo, si nota subito che il pubblico riceve un suono di qualità migliore.
Per prima cosa il fonico, se è bravo, riesce ad avere un maggior controllo sul suono e quindi anche a migliorarlo ancora di più per farlo combaciare con il mix del brano ed il suono generale del gruppo.
Secondo, il cono della cassa dell’amplificatore della chitarra è fatto in modo tale che se stai perfettamente in linea con esso, ti arriva un suono super-tagliente che non è gradevole per nessuno. Se suoni in un pub, le prime persone davanti fanno da scudo per quelli dietro a cui arrivano solo le frequenze più basse. In questo modo praticamente ognuno sente una cosa diversa e nessuno sente il suono che tu vorresti far ascoltare.
Con un sistema digitale questo non succede, perchè il pubblico sente il suono finito direttamente dall’impianto e senza nessun suono derivato dalla cassa dell’amplificatore, anzi, è possibile ottenere una cassa Full Range (con tutte le frequenze, quindi simile a quelle di un impianto) da dove esce il tuo suono, in modo da non avere l’effetto di cui abbiamo parlato prima.
Terzo. Nessun microfono prenderà il rumore del palco, perchè il microfono è simulato in digitale.
Per questi motivi, alcuni chitarristi vengono squalificati dal pubblico proprio perchè loro pensano di avere un bel suono, mentre fuori non ce l’hanno.
Il Suono Cambia a Seconda dell’Impianto?
Alcuni chitarristi hanno detto a Marco che non sarebbero passati al digitale perchè il suono “Cambia a seconda dell’impianto“.
Marco non riesce a credere alle proprie orecchie, perchè è una frase che non ha senso, in quanto anche il suono analogico passa per l’impianto e cambia a seconda di esso.
Inoltre, con i sistemi “analogici” ci sono altre mille variabili in gioco, come l’inclinazione del microfono e molte altre cose che influiscono e cambiano il suono di volta in volta.
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