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In questa lezione di chitarra estratta da un evento dal vivo della nostra scuola Chitarra Facile, Dave Birmingham (Davide De Maio) ci spiega cosa sono i Power Chord e ci mostra cosa possiamo imparare dai grandi chitarristi.
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Il Power Chord: L’Accordo Rock Essenziale che Devi Conoscere
Se stai muovendo i primi passi nel mondo della chitarra elettrica, soprattutto se sei attratto dai suoni del rock, del punk o del metal, c’è un accordo fondamentale che devi assolutamente imparare: il power chord. Forse il nome ti suona un po’ “alla buona”, come dice l’insegnante, ma in realtà è uno strumento potentissimo e incredibilmente versatile.
Cosa è esattamente un Power Chord?
Tecnicamente parlando, il power chord non è un vero e proprio accordo. Un accordo tradizionale è composto da almeno tre note diverse, creando un’armonia più complessa . Il power chord, invece, è un bicordo, formato solamente da due note: la nota fondamentale e la sua quinta giusta. Pensa ad esempio a un power chord di Do: le note che suonerai saranno Do e Sol.
Potresti sentir parlare anche di accordo di quinta. Questo perché l’intervallo musicale tra la nota fondamentale e l’altra è, appunto, una quinta giusta. Se provassi a chiedere a un pianista di suonarti un accordo di quinta, ti farebbe un power chord.
Perché i Power Chord sono così Diffusi?
Ora ti starai chiedendo: perché usare un “mezzo accordo” quando potrei imparare subito quelli completi, maggiori e minori? Ci sono diverse ragioni che rendono il power chord così popolare, specialmente in determinati generi musicali1 .
Semplicità: La sua struttura a due note lo rende incredibilmente facile da imparare e da suonare. Con una sola forma di base, puoi suonare power chord su tutta la tastiera.
Efficacia con la Distorsione: Se utilizzi un effetto di distorsione (fondamentale in molti generi rock e metal), aggiungere la terza (la nota che determina se un accordo è maggiore o minore) può rendere il suono fangoso e poco definito. Eliminando la terza, il power chord mantiene una chiarezza e una potenza notevoli anche con una forte distorsione. Dave Birmingham nel video fa notare che con un suono “crunch” (una distorsione più leggera) si potrebbe ancora mantenere una certa chiarezza con accordi completi, ma per sonorità più pesanti, il power chord è la scelta ideale.
Agilità: Suonare un power chord spesso richiede l’utilizzo di meno dita rispetto a un accordo tradizionale. Questo si traduce in una maggiore agilità e velocità negli spostamenti sulla tastiera. Pensa alle ritmiche veloci del metal: utilizzare i power chord facilita notevolmente l’esecuzione. I Green Day, ad esempio, sfruttano molto questa agilità.
“Ignoranza” (in senso buono): Dave introduce questo concetto in riferimento al punk. Non si tratta di vera ignoranza musicale, ma piuttosto di un approccio diretto ed efficace. Band come i Sex Pistols non si preoccupavano troppo delle complessità armoniche; l’importante era l’impatto sonoro e l’energia. Il power chord si presta perfettamente a questa filosofia: è potente, immediato e non richiede una conoscenza teorica approfondita. L’esempio di Sid Vicious che non si preoccupava di suonare settime ne è un chiaro esempio. Inoltre, la semplicità visiva del power chord lo rendeva efficace anche in contesti live senza maxischermi: un gesto plateale sulla chitarra per suonare un accordo potente era facilmente riconoscibile.
Come si Suona un Power Chord: La Diteggiatura di Base
L’esempio fornito nell’audio si basa su un power chord di Mi. Ecco la diteggiatura di base:
Posiziona il tuo indice sulla corda di Mi basso (la corda più spessa) al tasto che desideri (ad esempio, al 5° tasto per un power chord di La).
Con il dito anulare, premi la corda di La (quinta corda, la seconda più spessa) due tasti più avanti rispetto al tuo indice (in questo caso, al 7° tasto).
Con il dito mignolo, premi la corda di Re (quarta corda, la terza più spessa) sullo stesso tasto dell’anulare (sempre il 7° tasto).
Le corde di Sol, Si e Mi cantino (le tre corde più sottili) non vengono suonate. Puoi “stopparle” leggermente con la mano destra o sinistra per evitare che vibrino.
Questo conferisce al suono più spessore e corposità.
Una delle grandi comodità del power chord è che, una volta imparata questa forma, puoi spostarla su e giù per il manico mantenendo la stessa diteggiatura. Questo rende molto semplice armonizzare una scala utilizzando solo power chord. Si può utilizzare sempre la stessa forma.
Variazioni e Diteggiature Alternative
L’audio esplora anche diverse diteggiature per lo stesso power chord, prendendo come esempio il Do5 (il power chord di Do). Questo dimostra come non esista un solo modo “giusto” di suonare un power chord e come le diverse posizioni possano offrire vantaggi in termini di comodità e agilità.
Green Day e l’Agilità: Dave sottolinea come l’utilizzo di tre dita (indice, anulare e mignolo) per la diteggiatura standard faciliti il movimento della mano sinistra rispetto all’utilizzo di quattro per accordi più complessi. Questo è particolarmente utile per eseguire spostamenti veloci sulla tastiera. Viene mostrata una posizione di Do5 con l’ottava sul Re, aggiungendo ulteriore spessore al suono se non crea difficoltà tecnica.
Metallica e la Comodità: Analizzando il modo di suonare di James Hetfield dei Metallica, si nota come spesso utilizzi una diteggiatura diversa per il power chord, mantenendo sempre la quinta ma con una posizione delle dita differente. La ragione principale di questa scelta è spesso la comodità. Dave spiega di utilizzare una posizione specifica in una certa zona del manico perché, essendo basso, trova più agevole quella particolare angolazione della mano.
Viene sottolineato come la posizione naturale della mano sia leggermente rannicchiata, e come questa influenzi la scelta della diteggiatura per massimizzare il comfort e il rilassamento.
The Offspring e i Tasti Alti: Prendendo come esempio i The Offspring, viene illustrata una diteggiatura che utilizza l’indice sul tasto più basso e l’anulare sul tasto più alto (configurazione 1-3). Questa posizione è spesso utilizzata sui tasti più alti del manico, dove la distanza tra i tasti diminuisce, rendendo più comoda una diteggiatura più “accartocciata”.
Bon Jovi e la Quinta al Basso: Analizzando “It’s My Life” di Bon Jovi, viene mostrata una variazione del power chord in cui viene aggiunta un’altra nota: la quinta all’ottava inferiore (sul basso). Rispetto a un power chord standard di Do (Do-Sol-Do), questa posizione aggiunge un Sol più grave (Sol-Do-Sol). Questo conferisce al suono una maggiore corposità e “cattiveria”, specialmente in contesti di registrazione. Se suonato da solo, potrebbe suonare meno definito, ma all’interno di un mix con basso e batteria, l’effetto è notevole.
Dave Birmingham chiarisce che, nonostante la presenza del Sol al basso, l’accordo rimane un power chord di Do (la quinta di Do).
Il Power Chord nel Contesto della Band: Basso, Batteria e Chitarra
Nel video si offre anche una panoramica su come il power chord si inserisce all’interno di un arrangiamento musicale con gli altri strumenti
Batteria: Solitamente si concentra sulle frequenze basse (cassa) e alte (piatti), fornendo la struttura ritmica del brano. Non esegue note definite.
Basso: Si posiziona in una via di mezzo, agendo sia come riferimento ritmico che armonico. Anche suonando una sola nota, il basso definisce spesso la nota fondamentale dell’armonia. L’esempio fatto nel video chiarisce come, quando la chitarra suona la quinta al basso in un power chord, il basso suona la fondamentale.
Chitarra: Generalmente si colloca nelle frequenze medie, dove tipicamente vengono eseguiti i power chord.
Questa interazione tra gli strumenti spiega perché il power chord, pur essendo un bicordo, funziona così bene. Se il basso sta suonando la nota fondamentale dell’accordo, la chitarra può concentrarsi sull’aggiungere corposità e arrangiamento con la quinta e l’ottava, senza alterare l’identità armonica del brano.
Anche quando la chitarra esegue arrangiamenti su suoni puliti, può avere maggiore libertà rispetto alle regole armoniche dettate dal basso, perché la struttura ritmica e armonica di base sono comunque presenti. La chitarra in questo caso svolge un ruolo di “colore” e stile della canzone.
L’esempio dei Deep Purple mostra un’ulteriore variazione: un power chord con la quinta al basso ma senza la fondamentale all’ottava superiore. Si ottiene semplicemente togliendo il dito dalla corda più alta (l’ottava). Questa variazione può rendere un riff più fluido e meno macchinoso, specialmente se eseguito con un mini barrè per facilitare gli spostamenti veloci. Anche in questo caso, la scelta della diteggiatura (mini barrè con l’indice, il terzo o il quarto dito) è una questione di comodità personale.
In Conclusione
Il power chord è un mattone fondamentale per qualsiasi chitarrista che voglia esplorare il mondo del rock e dei suoi derivati. La sua semplicità, efficacia e versatilità lo rendono uno strumento indispensabile per creare ritmiche potenti e riff incisivi. Sperimenta con le diverse diteggiature, ascolta attentamente come i tuoi chitarristi preferiti utilizzano i power chord e non aver paura di incorporarli nel tuo modo di suonare. Ricorda, la comodità e il suono che ottieni sono i fattori più importanti nella scelta della diteggiatura. Buon divertimento con la tua chitarra!
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