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Esiste forse una nuova tendenza nel scrivere canzoni sempre più semplici? Troppo semplici? Dai 4 accordi siamo passati ai 2 accordi per una canzone. Sarà vero?
Ma soprattutto… è veramente una vergogna se scriviamo canzoni con 2 soli accordi? Analizziamo bene la situazione attuale:
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Introduzione
Mi capita spesso di sentire critiche verso artisti, perché creano dei brani con alla base solo quattro accordi ripetuti in loop per tutta la canzone. Ma negli ultimi anni stanno uscendo nel mainstream, un numero sempre più elevato di canzoni con soli due accordi.
Achille Lauro e l’Armonia Musicale delle Canzoni con 2 Accordi
Per esempio, per suonare “Domenica” di Achille Lauro, brano presentato a Sanremo il 2 febbraio del 2022, meno di due mesi fa, ti basterà conoscere 2 semplicissimi accordi: DO e FA.
Anche in Rolls Royce, altro brano presentato al Festival 3 anni fà, gli accordi sono due: MI e LA. La distanza che c’è tra MI e LA è la stessa che c’è tra DO e FA.
Tecnicamente si dice che parte dall’accordo di tonica, e poi si sposta sull’accordo di sottodominante, I e IV. Quindi il rapporto che c’è tra MI e LA è lo stesso rapporto che possiamo trovare tra DO e FA, solo che è spostato in un’altra tonalità.
Il succo del discorso molto semplicemente è che io posso usare gli stessi due accordi di “Domenica” per cantarci sopra “Rolls Royce”, o viceversa. Su questi ci torneremo dopo, perché quella che ho fatto adesso è solo un’analisi superficiale e fredda, il tutto sarà molto più chiaro più tardi.
Altre Canzoni con 2 Accordi: È una Tendenza?
Tornando a noi, un mese e mezzo dopo il 18 marzo esce Propaganda di Fabri Fibra, con Colapesce Dimartino. Tutto, e ripeto tutto, il brano gira su due accordi: MI minore e SI7.
È quindi forse una tendenza verso la quale stiamo andando nel mainstream?
In realtà è abbastanza facile rispondere in modo logico a questa domanda. Se fosse veramente una tendenza vorrebbe dire che nel passato non ci sarebbero mai state canzoni con le stesse caratteristiche, oppure ce ne sono state, ma dovrebbero essere molte di più adesso rispetto agli anni precedenti, eppure nel passato ci sono e sono veramente tante.
Chi mai si sognerebbe di valutare negativamente Bruce Springsteen per un brano di due accordi?
Nessuno direte voi, eppure uno dei suoi brani più famosi, “Born in the U.S.A.”, del 1984, è esattamente un brano di questo tipo. Gli accordi sono SI e MI, sono accordi diversi da quelli che abbiamo visto fino adesso, ma è la stessa progressione tra un accordo di tonica e uno di sottodominante, esattamente come per le due canzoni citate prima di Achille Lauro.
Altro esempio, altro regalo! Siamo nel 1974, “Lively Up Yourself” di Bob Marley: RE7 e SOL. Qualcuno si sognerebbe mai di dire che Bob Marley non fosse un grande artista?
In tempi più recenti “Sing”, brano di Ed Sheeran, prodotto da Pharrell Williams, che personalmente credo sia un mezzo genio. Nel 2014 fu un enorme successo, gli accordi sono due per tutto il brano e sono SOL#- e DO#-7.
L’ipotesi che sia una tendenza pericolosa di questi ultimi tempi è da escludere.
Perchè Critichiamo le Canzoni Semplici?
Personalmente credo che, offendere un artista perché ha fatto un brano di soli due accordi sia solo un pretesto, magari non ci piace il brano o l’artista non ci sta simpatico. Attaccarlo sugli accordi è solo la soluzione più facile per uscire da una discussione al bar con degli amici.
Al solito, non ha importanza quanti accordi, modulazioni o scale si eseguono. Un brano dipende da come utilizzi tutti questi strumenti che hai a disposizione per creare arte musicale.
Analisi Stilistica di “Domenica” di Achille Lauro
Torniamo un attimo sul brano “Domenica”, cerchiamo di liberarci momentaneamente dai nostri gusti personali.
Rispetto a quello che potrebbe essere il significato del brano, all’insegna della libertà come dice Achille Lauro stesso. Si parla di DO maggiore e FA maggiore, sappiamo che se suoniamo un accordo maggiore, sentiremo una sensazione di positività e di leggerezza, mentre se facciamo lo stesso accordo ma minore, sarà una cosa molto più malinconica.
Questo, unito al fatto di alternare solo due accordi, che danno questo senso di progressione infinita, che non si fermerà mai, e che rende il tutto molto ridondante, mi sembra che sia la soluzione migliore, nei confronti dell’emozione, che si voleva ottenere proprio con questo brano.
Magari questa scelta potrebbe essere molto meno azzeccata in Rolls Royce, che a mio parere ha avuto un successo enorme per molti altri motivi, primo tra tutti ciò che evocava il testo, sia nel bene che nel male, in particolar modo in quel preciso momento, all’inizio del 2019.
La Storia del Tecnico che Aggiusta il Macchinario
Per concludere vorrei lasciarvi con una storia, che parla di un tecnico che aggiusta un macchinario, penso proprio calzi a pennello, per avere una quadra nel capire come giudicare veramente questi artisti.
Immaginate questo imprenditore, che nella propria azienda possiede questo macchinario, molto complesso e molto costoso, che è la parte fondamentale di questa azienda, che fa girare il tutto e quindi che gli fa anche guadagnare da vivere.
Ad un certo punto, il macchinario smette di funzionare. L’imprenditore chiama diversi tecnici ma nessuno riesce a risolvere il problema, poi si presenta quello che a quanto dice la gente è uno dei migliori tecnici presenti sulla piazza.
Questo super tecnico, arriva davanti alla macchina, si fa spiegare il problema, sceglie con cura un cacciavite, e a quel punto, dopo avere girato una piccola vite di qualche millimetro, il macchinario riparte! Il proprietario è molto contento, almeno fino a che il tecnico non gli chiede 1.000€.
Il proprietario sulle furie chiede come potesse costare così tanto il solo aver girato di pochissimo una vite.
Così il lavoratore preparando la fattura, inserì due voci particolari:
1) Girare la vite di un quarto di giro, un secondo di tempo – 0,01€
2) Sapere quale vite girare e in che direzione, una vita di studio – 999,99€
Conclusione
Ecco, io credo che quando critichiamo un brano, mi cimento in mezzo anch’io, perché troppo semplice, stiamo palesemente guardando il quarto di giro della vite. Ma dietro quella semplicità, non sempre ma spesso, potrebbe esserci una quantità di scelte che noi ignoriamo, date da una vita di esperienza. Soprattutto se quei due accordi sono frutto del lavoro di molti professionisti, e ancora di più se poi il risultato piace anche a molte molte persone.
Tu cosa ne pensi? Fammelo sapere nei commenti, sono sicuro che troveremo un sacco di discussioni interessanti.
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Basti pensare anche a quante canzoni sono costruite sul giro di Do o analoghi giri: per tutte il capolavoro Stand by me
Certo Giampaolo, anche se il giro di DO sono 4 accordi 😉
Saggezza pura, Top!
Grazie Antonio!
Perfettamente d’accordo. Esistono magnifiche canzoni fatte su due accordi soltanto.
Concordo, se si pensa a una canzone come “Horse with no name” – ci sono gli accordi, ma anche la ritmica, la melodia vocale che compongono una canzone.
Bisogna però sottolineare che la tendenza musicale degli ultimi anni (quella del mainstream commerciale) cerca la semplificazione e la melodia da tormentone (ricordo un video sui 4 accordi dei tormentoni) – ecco benvenute alle canzone da 2 accordi quando dietro c’è anima e non solo un intento commerciale preparato a tavolino.
Non apprezzo Achille Lauro per la sua spesso blasfema “stravaganza”. Però mi piace la musicalità delle sue canzoni, questa musicalità per esempio non si trova nel rap di Fedez o di San Giovanni o di Mahmood che sono cantatori (e non cantautori o artisti) che proprio non digerisco, proprio a causa della mancanza di musicalità o comunque suoni che sono creati esclusivamente da un sintetizzatore e quindi impossibili da riprodurre con uno strumento vero! Grazie David per averci fatto riflettere.
Il principio è validissimo, l’esempio non può essere nenache preso in considerazione da un rocker!
ARTE.. in questo caso MUSICA: Insieme di suoni che tendono alla perfezione della forma.
Il problema non è quanti sono gli accordi o le modulazioni. Il Blues ne ha solo 3 e direi che basta 1 orecchio per capre l’arte espressa da SRV. Per capire l’arte espressa da Pat Martino in “Africa” di orecchie ce ne vorrebbero 3 e il brano dura circa 7 minuti con un solo accordo base.
Secondo me il problema è definire ARTE la musica espressa dai rapper in generale e dai cosidetti cantautori citati. Sono solo operazioni commerciali che passano come buona musica nelle orecchie delle persone con i padiglioni auricolari atrofizzati da 30 anni di musica oscena proposta dai festival dello schifo e dalle radio che per campare devono puntare sulla massa che non ha cultura musicale. ARTE o ARTISTA è un altra cosa … e si può fare o interpretare anche con mezzo accordo.
L’esempio del macchinario calza a 8