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In questa lezione di chitarra live andata in onda Mercoledì 14 alle 18:30, Luca Marinelli mostra alcuni esercizi e metodologie di studio utili per migliorare la velocità sulla chitarra.
Nello specifico vengono analizzate 3 esercizi diversi e 2 metodologie.
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Tendenzialmente, prima o poi, ogni chitarrista si pone l’obiettivo di suonare più velocemente. Che si tratti di affrontare assoli complessi, eseguire passaggi ritmici serrati o semplicemente sentirsi più a proprio agio con brani a BPM elevati, la velocità è una componente ambita.
Ma come si migliora davvero? Spesso si pensa che basti trovare “l’esercizio magico”. In realtà, il segreto non sta nel cosa suonare, ma molto più nel come studiare.
In questo articolo, esploreremo i principi fondamentali e una metodologia efficace per aumentare la velocità sulla chitarra, basandoci sui concetti chiave emersi in una recente lezione dedicata a questo tema.
Sincronia e Timing
Prima di lanciarsi in tecniche avanzate o esercizi frenetici, è cruciale padroneggiare due aspetti che stanno alla base di una buona esecuzione veloce: la sincronia tra mano destra e mano sinistra e il timing.
La sincronia è essenziale in qualsiasi tecnica chitarristica. Nell’alternate picking (la pennata alternata), l’azione di una mano corrisponde direttamente all’azione dell’altra. Ma la sincronia è vitale anche nell’esecuzione degli accordi, nel legato (quando il plettro interviene), nell’Hybrid Picking, nello Sweep Picking e nel Tapping. Se le due mani non lavorano insieme in modo preciso, la velocità sarà inevitabilmente limitata e l’esecuzione risulterà imprecisa e “sporca”.
Il timing è l’accuratezza ritmica, la capacità di posizionare le note esattamente dove devono stare nel tempo. Alcune tecniche, come il legato (hammer-on e pull-off) possono potenzialmente minare la precisione ritmica e il timing se non eseguite con controllo. Lavorare su questo è quindi cruciale tanto quanto lavorare sulla velocità pura.
È più Difficile Suonare Lentamente o Velocemente?
C’è una convinzione diffusa, soprattutto tra i principianti, che suonare veloce sia più difficile che suonare lentamente. Certo, raggiungere livelli estremi di velocità e tecnica (come in repertori avanzati) è indubbiamente impegnativo. Tuttavia, suonare molto lentamente, ad esempio a 40 BPM o meno (cioè meno di una nota al secondo, se eseguite in quarti), presenta sfide uniche.
Perché suonare lentamente è difficile? Perché i tempi tra una nota e l’altra si dilatano notevolmente. Quando si suona lentamente, si ha la tendenza ad essere meno convinti, più timidi, a suonare a volume più basso. Questo può minare la qualità dell’esecuzione, perché idealmente il volume e la convinzione dovrebbero rimanere costanti, cambiando solo la velocità.
Inoltre, ed è un punto cruciale, non avere il controllo a velocità basse può limitare la tua capacità di suonare bene anche a velocità superiori. Alcuni studenti, ad esempio, faticano a mantenere un buon controllo e timing a 60 BPM, ma si trovano meglio a 70 o 80 BPM. Questo non significa che 80 BPM sia più facile in assoluto, ma che manca il controllo alla velocità più bassa. Pertanto, acquisire un solido controllo a velocità ridotte è fondamentale per il proprio playing.
Il Metodo è più Importante dell’Esercizio
I tre esercizi specifici presentati nella lezione (basati su ottavi, terzine di ottavi e sedicesimi) sono solo esempi per illustrare una metodologia di studio. L’importante non è memorizzare questi esercizi, ma capire il principio e il metodo da applicare per aumentare la velocità. Questi principi possono e devono essere applicati a qualsiasi materiale musicale tu stia studiando, che siano scale, arpeggi, accordi, frasi specifiche o intere sezioni di brani.
Gli esercizi di esempio sono stati scelti per mettere in evidenza diverse sfide legate alla velocità:
Esercizio in Ottavi (con Slide): Anche a una velocità relativamente bassa come 60 BPM, l’elemento dello slide può rendere più complesso mantenere un timing perfetto. La tecnica può facilmente portare a suonare leggermente in anticipo o in ritardo. Questo esercizio, se affrontato lentamente, richiede grande precisione.

Esercizio in Terzine di Ottavi (con Cambio Corda): Il cambio di corda è uno degli elementi che può ostacolare la coordinazione e quindi la velocità. Suonare su una sola corda è generalmente più semplice.

Esercizio in Sedicesimi (con Corda a Vuoto): A 60 BPM, questo esercizio (suonato su una singola corda) può risultare meno “dilatato” rispetto agli ottavi, rendendolo potenzialmente più semplice dal punto di vista del tempo tra le note. La mano destra ha un movimento costante (pennata alternata). La sfida qui è l’inserimento di una corda a vuoto, che richiede una coordinazione aggiuntiva e precisa tra mano sinistra (che deve lasciare la nota) e mano destra (che deve plettrare la corda a vuoto).

Questi esempi mostrano come diversi elementi tecnici possano influenzare la velocità e la precisione, evidenziando l’importanza di lavorare su tutti gli aspetti.
Aumentare la Velocità “Ingannado” il Cervello
La tecnica principale per migliorare la velocità, applicabile a qualsiasi esercizio o frase, si basa su un aumento graduale e quasi impercettibile. Ecco come funziona:
- Stabilisci la tua velocità di partenza: Inizia da una velocità in cui riesci a suonare la frase o l’esercizio in modo corretto, pulito e rilassato. Per i principianti o per interiorizzare un nuovo movimento, partire da velocità molto basse (anche 40 BPM o meno) è altamente consigliato per lavorare sul gesto tecnico e sul timing.
- Padroneggia la velocità attuale: Suona l’esercizio alla velocità stabilita finché non lo hai interiorizzato e riesci a eseguirlo senza errori. Non c’è una regola fissa su quante volte ripeterlo; potrebbe essere 4 volte di fila senza errori, o per un minuto continuo. Sii molto autocritico nella tua valutazione. L’obiettivo è la padronanza alla velocità attuale.
- Aumenta gradualmente: Una volta che hai padroneggiato la velocità attuale, aumenta il metronomo di una piccolissima quantità, idealmente tra 1 e 3 BPM.
- Ripeti il processo: Pratica di nuovo l’esercizio alla nuova velocità finché non lo padroneggi completamente, assicurandoti di mantenere pulizia, timing, movimento corretto e rilassamento. Una volta padroneggiato, aumenta nuovamente di 1-3 BPM.

L’idea alla base di questo metodo è quella di “ingannare” il cervello e le mani. Aumentando la velocità di soli 1-3 BPM alla volta, l’incremento è così minimo che spesso non viene percepito come un salto significativo. È come salire una pendenza molto dolce; non ti accorgi subito della fatica o del dislivello, ma dopo un po’ ti ritrovi molto più in alto.
Questo approccio lento e progressivo assicura che tu stia cementificando ogni livello di velocità che raggiungi. Non stai solo suonando più veloce, stai costruendo una base solida, strato dopo strato. Quando poi ti guarderai indietro, scoprirai di aver raggiunto velocità impensabili partendo dal basso, senza aver mai percepito “lo scatto” faticoso dei grandi salti.
Ecco alcuni consigli aggiuntivi:
- Sii paziente: Questo metodo richiede disciplina e pazienza. Non aspettarti risultati miracolosi dall’oggi al domani. La costanza è la chiave.
- Autovalutazione: Mentre suoni, cerca di essere consapevole della tua esecuzione: sei pulito? Stai a tempo? Le tue mani sono sincronizzate? Sei rilassato? Il tuo gesto tecnico è corretto?.
- Registrati: Registrarsi (video o audio) è uno strumento potentissimo per l’autovalutazione. Ascoltarti “a freddo” ti permetterà di notare imprecisioni (risonanze indesiderate, discrepanza tra le mani, problemi di timing) che potresti non percepire mentre suoni.
Lo Scatto

Un’altra metodologia che può affiancare l’aumento graduale è quella dello “scatto”. L’idea è simile a quando corri per prendere l’autobus: fai un breve, intenso scatto con tutta l’energia disponibile.
Questo metodo prevede di suonare l’esercizio o la frase a una velocità comoda per un certo numero di ripetizioni (ad esempio, tre o quattro volte), per poi eseguire una singola ripetizione (o un brevissimo passaggio) a una velocità molto più elevata, come raddoppiando la figura ritmica (ad esempio, passando da ottavi a sedicesimi mantenendo lo stesso BPM del metronomo). Se cammini (ottavi) per tre giri, al quarto “scatti” (sedicesimi).
Lo scopo dello scatto è quello di “obbligare” le mani a sperimentare e tentare di stare dietro a una velocità superiore a quella abituale. Tuttavia, uno scatto isolato non è sufficiente per acquisire veramente quella velocità. Per cementificare la velocità raggiunta con lo scatto, dovrai poi aumentare gradualmente il numero di ripetizioni a quella velocità elevata nel tempo.
Conclusioni
Ricorda, la metodologia è il tuo strumento più prezioso. Prendi un qualsiasi esercizio che stai facendo, una scala, un arpeggio, una frase da un assolo, un cambio accordi su cui hai difficoltà, e applica questi principi.
Aumentare la velocità sulla chitarra non è una questione di talento innato o di esercizi segreti, ma di studio strutturato, disciplina e pazienza. Concentrandoti sulla metodologia, costruendo le tue capacità gradualmente e mantenendo il controllo in ogni fase, raggiungerai i tuoi obiettivi di velocità in modo solido e duraturo.
In bocca al lupo per il tuo studio!
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