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Una cosa che adoro fare è ascoltare ed analizzare con attenzione come ogni chitarrista utilizza in modo personale e originale le tecniche di espressività come vibrato e bending.
Gary Moore, in Still Got The Blues fa qualcosa di molto semplice, ma abbastanza geniale se pensiamo che è completamente in controtendenza rispetto a gran parte degli altri chitarristi.
Ecco cosa fa:
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Ascolta “41- Il dettaglio geniale di Gary Moore che forse non avevi notato” su Spreaker.Clicca qui per ascoltare la puntata su Spotify.
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Introduzione
Una cosa che mi piace molto fare, è ascoltare i grandi chitarristi che veramente hanno qualcosa in più, per vedere come hanno utilizzato i vibrati o i bending.
Questo perchè si riesce a percepire una personalità ed un carattere, qualcosa di molto profondo per lo stile musicale e tutto quello che si vuole esprimere. Ovviamente quando si parla di espressività, bending, vibrati, emozione, non possiamo non citare il mitico Gary Moore.
Tra l’altro devo ammettere che questo articolo mi è stato sollecitato dal grande Rocky Joe dei Rumatera, il quale guardando i miei contenuti mi ha fatto notare, giustamente, la mancanza di qualcosa che riguardasse proprio Gary Moore.
Così ho deciso di parlarti di quella cosa che mi ha fatto veramente aprire gli occhi, quando, studiando e ascoltando Gary tanto tempo fa ho notato un dettaglio particolarmente geniale nella sua semplicità.
Se vuoi imparare a creare espressività ed emozioni in chi ti ascolta, dai un’occhiata a questo: Emotional Playing.
Facile, ma mai banale
Facciamo una premessa: in fin dei conti una cosa può essere anche banale quando andiamo ad analizzarla, ma se non la stai facendo, se quel consiglio che ti viene dato non lo stai utilizzando al meglio, probabilmente non è così banale come credi…
Anzi, probabilmente è un consiglio che può fare la differenza. Quindi al massimo può essere semplice, ma mai banale.
Detto questo, io spesso racconto di un seminario di Stef Burns a cui sono andato, avvenuto quasi venti anni fa, dove lui stava parlando del suo modo di fare il vibrato, e diceva una cosa molto particolare; ovvero che spesso sente i cantanti tenere la nota dritta, per poi, solo alla fine, fare un vibrato.
Quindi quello che risultava era un minimo di tensione, anche se sappiamo che la musica è fatta dal creare tensioni per poi risolverle in qualche modo, e questo crea risoluzione, sia in armonia, sia nel modo di suonare che abbiamo.
Questo sbalzo tra una cosa e l’altra, crea qualcosa di emozionante e attrattivo. Per quanto riguarda invece quello che dicevo all’inizio, è interessante quando un musicista comincia a suonare aggiungendo poi un vibrato, ma non pensa quando vibrare all’interno dell’esecuzione di una nota.
Questa distinzione può sembrare semplice, ma non banale perché magari ti accorgi di non utilizzarla a dovere e quindi è giusto concentrarsi su di essa.
Gary Moore come Stef Burns
Tornando al discorso iniziale, a un certo punto, ho notato una cosa geniale di Gary Moore da questo punto di vista. Nel brano “Still Got The Blues” si può notare come lui utilizza la nota “dritta” e, subito dopo il vibrato, andando a giocare un po’ su questa cosa… Ma cosa ho notato e cosa mi è piaciuto di questa scelta?
Ovviamente è vero che lascia dritta la nota e poi vibra solo alla fine, ma in questo caso sono due note diverse e fa tutta la differenza del mondo. Ciò diventa un’applicazione geniale di questa regola che si era dato per esempio Stef Burns.
Effettivamente Gary Moore fa una cosa di questo tipo, ma con due note diverse, e questo era un passaggio mentale che sicuramente a me mancava, anche perché notiamo che dove teneva le note dritte erano bending, mentre dove andava a vibrare era una nota fissa, quindi non tirata.
Lui andava a fare quello che, normalmente, è il contrario di quello che va a fare di solito un chitarrista; e perché di solito un chitarrista non fa come Gary?
Solitamente andare a fare il bending, e vibrare alla fine di esso, ci consente di essere più sicuri, questo perché quando vibriamo non si sente se stiamo sbagliando il bending, cioè tiro sulla corda e lo lascio dritto senza vibrare.
Se quel bending non è intonato si sentirà molto di più. Quindi Gary Moore, avendo un bending molto preciso, può permettersi di non vibrare quella nota e tenerla molto lunga.
Sicuramente questo è un ottimo esercizio da fare, ma soprattutto ti permette anche di migliorare la strategia che utilizzerai le prossime volte che andrai a fare un’improvvisazione, o magari creare una melodia o creare un assolo, perché sono queste le cose che fanno la differenza e che ti permettono di staccarti da tutti gli altri che fanno sempre le stesse cose.
Conclusioni
Mi auguro che questo articolo sia stato interessante. Voglio ricordarti di andare su Emotional Playing dove troverai un corso completo che ti aiuterà a fare il passaggio, dal cosa suoni, al come lo suoni, che è molto molto più importante.
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Ci vediamo nel prossimo articolo.
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