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Quante volte ti è capitato di voler imitare il suono del tuo Guitar Hero? A me sarà successo un’infinità di volte! Quando ascolto una nuova canzone che mi cattura, mi precipito a studiarla e sono pronto a cercare di avvicinarmi al suono che sento.
Tuttavia, nonostante possieda la chitarra giusta e gli effetti adeguati, spesso il risultato non corrisponde a quello che percepisco nella canzone. In questo articolo, vorrei condividere con te alcuni piccoli suggerimenti su come migliorare la creazione dei suoni di chitarra, grazie al concetto delle tracce isolate.
Ciao sono Roberto Gagliardi, maestro certificato Chitarra Facile, diplomato presso l’accademia Lizard di Torino con il massimo dei voti. Nel caso volessi seguire delle lezioni di chitarra private con me, o gli altri maestri certificati della scuola: clicca qui.
Isolated Guitar
Col termine “tracce isolate” intendiamo delle registrazioni audio in cui compaia un solo strumento, ad esempio la chitarra, senza che si possano sentire tutti gli altri strumenti presenti nella registrazione originale. Con la tecnologia disponibile oggigiorno è possibile ottenere queste tracce grazie all’ausilio di software dedicati, ma talvolta si possono anche trovare le tracce isolate di brani famosi semplicemente con una banale ricerca su YouTube.
ℹ️ Per esempio ti basterà scrivere nella barra di ricerca di YouTube il nome dell’artista, seguito dal nome della canzone, seguito infine dal termine “isolated guitar“.
Oltre a fornire uno strumento estremamente utile per verificare e risolvere eventuali dubbi sulle note da eseguire, queste tracce ci offrono un mezzo prezioso per comprendere la “posizione” della chitarra all’interno di un mix.
📚 Il “Mix” è il modo in cui sono stati mescolati gli elementi sonori all’interno di un brano. Non si tratta solo della differenza di volume, ma anche la scelta dell’equalizzazione e delle frequenze per ciascun elemento della band, o suono.
Ogni strumento, infatti, occupa una posizione specifica all’interno dello spettro delle frequenze. Ad esempio, il basso copre le frequenze medio-basse, mentre i piatti della batteria si collocano nella porzione di frequenze più alte. È evidente che, per ottenere un equilibrio ottimale, ciascun strumento dovrà occupare una precisa porzione dello spettro in modo che le frequenze non entrino in conflitto tra loro e generino quindi un “fastidio” in chi ascolta.
Spesso infatti, chi si approccia per la prima volta alla creazione dei suoni, tende a lavorare sulle frequenze facendo unicamente affidamento alle sensazioni che si provano quando si suona da soli. In questo caso si rischia facilmente di andare ad aumentare frequenze o effetti che, quando accompagnati da altri strumenti, renderanno il suono più confuso e meno intellegibile.
In questi casi, inoltre, si tende ad aumentare sempre il volume, pensando che questa sia la soluzione, andando invece a peggiorare ulteriormente il tutto creando una grandissima pressione sonora senza che le frequenze abbiano lo spazio adeguato per poter far emergere il suono della chitarra stessa.
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L’utilizzo delle tracce isolate, invece, ci può permettere di vedere come un suono di chitarra, che può risultare strano e non particolarmente bello se ascoltato da solo, sia invece particolarmente funzionale all’interno di un mix con altri strumenti.
Il posizionamento del suono della chitarra elettrica
La chitarra occupa uno spazio all’interno dello spettro di frequenze che possiamo definire “medie”, molto simili a quelle della voce umana. Queste frequenze sono estremamente sensibili poiché conferiscono ai suoni una caratteristica specifica. Inoltre, la chitarra presenta altre frequenze, sia in basso che in alto, che spesso vengono ridotte o eliminate durante la fase di mixaggio, al fine di evitare conflitti con gli altri strumenti e permettere di distinguerli tutti in maniera intellegibile.
Il nostro David in passato ha realizzato un video che tratta questi argomenti e che ti invito a guardare.
Il suono di Van Halen
Prendiamo ad esempio il suono di uno dei più grandi Guitar Hero della storia, Eddie Van Halen, col brano Unchained. Il suo suono era molto graffiante, ma al contempo ricco e corposo. Tuttavia, se ascoltiamo la traccia isolata della chitarra, ci rendiamo conto che la maggior parte delle frequenze basse che percepiamo sono in realtà un’illusione, e il suono è prevalentemente concentrato sulle frequenze medio-alte. Inoltre, possiamo apprezzare quanto siano evidenti gli effetti, come il flanger.
Questo suono, se utilizzato senza gli altri strumenti, potrebbe sembrare sottile, poco corposo e eccessivamente carico di effetti, ma quando è combinato con il basso e la batteria si integra perfettamente nel mix!
Per descrivere questo risultato si usa il termine “bucare il mix”, il che significa che la chitarra occupa uno spazio molto definito nello spettro sonoro, rendendo lo strumento che suona chiaramente distinguibile.
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Conclusioni
Quando creiamo i nostri suoni, dovremmo cercare di non esagerare né con le frequenze basse né con quelle alte, ma piuttosto cercare il nostro spazio all’interno del mix e bilanciare gli effetti considerando sempre la presenza degli altri strumenti.
Questo approccio tende a migliorare il risultato finale, anche se potrebbe implicare una momentanea insoddisfazione nel suono percepito quando suoniamo da soli, ma che si adatta in modo ottimale alla presenza degli altri strumenti.
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