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Hai presente i primi suoni di chitarra della canzone “It’s My Life” dei Bon Jovi?
Nel video ufficiale si vede il chitarrista, Richie Sambora, che mette la bocca su un “tubo” per produrre quello strano suono.
In questa lezione di chitarra, adatta anche a chi non ha mai preso in mano uno strumento musicale, ti svelo la storia e il funzionamento di quell’effetto e di quel tubo per poi andare a cercare di replicare lo stesso suono con la mia chitarra.
Ci riuscirò? Me lo dirai tu dopo aver guardato il video:
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“It’s My Life” dei Bon Jovi è un inno generazionale, un brano che ha scalato le classifiche mondiali e che ancora oggi fa cantare milioni di persone. Ma cosa rende questo pezzo così speciale, oltre alla melodia accattivante e al testo potente?
Una delle caratteristiche più distintive è sicuramente quel suono di chitarra inconfondibile all’inizio, un suono quasi “parlante” che ha incuriosito e affascinato molti. Il responsabile di questo effetto è Richie Sambora, storico chitarrista dei Bon Jovi, e l’effetto che utilizza si chiama Talk Box.
Nel video, si racconta la storia del Talk Box, dalle sue origini rudimentali fino alla sua consacrazione come effetto rock grazie a personaggi come Peter Frampton e lo stesso Sambora. Ma proviamo ad approfondire alcuni aspetti e a contestualizzare il tutto in un’ottica più ampia:
Le origini del Talk Box
● 1939: Alvino Rey e sua moglie Luise King utilizzano un rudimentale sistema talkbox durante uno show televisivo. Luise modulava il suono della lap steel guitar di Alvino da dietro le quinte, usando un microfono a contatto con la gola.
● Anni ’40: il Sonovox, un dispositivo che utilizzava piccoli trasduttori attaccati alla gola dell’esecutore per produrre suoni modulabili con la bocca, viene commercializzato. Viene usato per creare la voce del treno Casey Jr nei film Disney “Il drago riluttante” e “Dumbo“.
● 1964: Pete Drake crea la sua “Talking Steel Guitar“, un sistema simile ai talkbox moderni, con un altoparlante collegato a un imbuto e un tubo che porta il suono alla bocca.
● 1969: il “The Bag”, il primo talkbox per il mercato di massa, viene lanciato da Kustom Electronics. Stevie Wonder lo usa in televisione nel 1972, seguito da Jeff Beck e David Gilmour.
● Anni ’70: Bob Heil perfeziona il Talk Box, creando una versione ad alta potenza utilizzata da Joe Walsh, Peter Frampton e, successivamente, Richie Sambora.
● 1974: Peter Frampton riceve in regalo un talkbox da Bob Heil e lo padroneggia in due settimane, diventando l’artista più associato a questo effetto.
Richie Sambora e il Talk Box
Sambora ha utilizzato il talkbox in modo distintivo, evitando di usarlo come effetto per “far parlare la sua chitarra”, ma utilizzandolo solo per modulare a suo piacimento il suono della chitarra, contribuendo a rendere prima “Livin’ on a Prayer” e poi “It’s My Life” due successi planetari.
Altri Utilizzi Famosi del Talk Box
Ecco un elenco di canzoni che probabilmente hai già sentito e in cui è presente questo effetto:
- Daft Punk: Around The World
- Guns ‘N Roses: Anything Goes
- Dream Theater: Burning My Soul, The Glass Prison
- Queen: Delilah
- Rage Against The Machine: Guerilla Radio
- Motley Crue: Kickstart My Heart
- Scorpions: molte canzoni
La Strumentazione di Ritchie Sambora
Parlare del suono e della strumentazione di Richie Sambora non è affatto semplice. Ha cambiato molta strumentazione nel corso della sua permanenza nei Bon Jovi.
Cominciando dalla chitarra, come non parlare della iconica Kramer Jersey Star, chitarra che negli anni ’80 era la Signature di Richie Sambora, ora di nuovo in vendita.
Io ho avuto la fortuna di suonare questa chitarra dal vivo insieme a Michele Luppi, tra le varie canzoni, proprio eseguendo, tra le altre canzoni, anche Livin On a Prayer! (vedi qui sotto)
Ma Richie ha suonato delle ESP, delle Fender Telecaster, diverse Fender Stratocaster Custom e signature con Floyd Rose e senza, Gibson Les Paul Standard, Gibson Flying V e tante altre…
Per questo brano in particolare, andando ad analizzare i vari live lo si vede principalmente utilizzare la Les Paul e una Stratocaster.
Dopo la chitarra lui spesso utilizza un Boss OD-1 prima della testata per spingere maggiormente la saturazione della distorsione, quindi per avere più distorsione, e per dare l’impronta di base al suono. Io faccio lo stesso con l’OD-3, proprio perchè, oltre agli aspetti positivi di avere un overdrive davanti all’amplificatore, mi fornisce un colore in più al suono, soprattutto nell’attacco, che apprezzo in modo particolare.
Sempre per parlare del suono “essenziale” di Richie Sambora andiamo su una testata che spesso è stata Marshall. In alcuni momenti una JCM800, in altri una Plexi modificata, poi una JCM2000. Ma ha utilizzato anche altri marchi come per esempio VHT. Comunque andando su un Marshall ci si avvicina parecchio alla sua filosofia di gran parte degli anni coni Bon Jovi.
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