Stef Burns e Il Volo a Sanremo: Analisi e Dettagli che Non Avevi Notato

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In questo video ho analizzato l’esecuzione di Stef Burns dell’assolo di “Who Wants To Live Forever” dei Queen durante la quarta serata di Sanremo 2024:

Il Commento di Stef Burns a Questo Video

Con grande sorpresa, Sabato 17 Febbraio 2024 ho ricevuto il commento proprio del mitico Stef Burns, che puoi vedere sotto al video caricato su YouTube, oppure puoi leggere qui sotto:

Trascrizione

Ragazzi ci siamo è arrivato il momento più atteso di Sanremo da tutti i chitarristi e Rockettari. Appena ho visto che ci sarebbero stati il volo e Stef Burns con la canzone Who Wants to Live Forever dei Queen ho pensato di segnarmi subito la data.

Un bell’assolo di chitarra a Sanremo fatto da uno dei miei chitarristi preferiti. E scritto da uno dei miei chitarristi preferiti!

Stef Burns è uno tra i chitarristi che mi ha ispirato di più in passato, uno dei suoi album da solista me lo sono studiato veramente molto, mi sono tirato giù a orecchio tutte tutte le parti quindi si parte con una grandissima stima per Stef Burns, una grandissima stima per la canzone la canzone di Queen con uno degli assoli più impattanti a livello emotivo della storia del Rock e… il volo che a dire la verità sono sempre stato molto critico verso di loro ma devo dire che su di loro pensavo molto peggio. Pensavo che stravolgessero di più a livello interpretativo la canzone invece, tutto sommato il risultato è stato molto carino da ascoltare, quindi un applauso anche a “Il Volo“, pur io non essendo fan, sicuramente ottima tecnica e controllo.

Ma adesso bisogna parlare di Stef Burns.

Prima parte dell’assolo

Parliamo subito della prima parte dove Appunto ci sta un po’ quella che è l’indecisione di una nota all’inizio che un pochino è stata sottotono a livello di dinamica.

Facciamo prima una premessa. Quando arrivi a questo punto della canzone devi fare l’a ‘assolo e c’è tutto l’arrangiamento che si asciuga, c’è una dinamica che si abbassa, si va giù di volume, e tu chitarrista devi fare delle note importantissime mentre non c’è quasi nient’altro. Semplicemente un tappeto sotto, molto timido.

Questo, sul palco di Sanremo è decisamente la situazione peggiore di tutte, oltretutto, con anche uno che viene lì addosso con una telecamera. Sappiamo che tutti i grandi artisti quando arrivano a Sanremo dicono che c’è una tensione che non hanno mai provato prima quindi immaginiamo sia molto complicato a livello emotivo.

Partiamo con l’esecuzione, delle prime note lui plettra solo le prime due, poi il resto delle note sono tutte in legato e tapping con la mano sinistra. La nota che risulta debole infatti è una nota fatta in Hammer-on, ma senza aver plettrato prima sulla stessa corda, quindi si tratta di un Tapping, perlopiù con un dito molto vicino che potrebbe ostruire il corretto movimento.

Lo Stile e la Personalità di Stef Burns

Andando avanti, abbiamo alcuni passaggi con con la leva che sono molto nel suo stile. È fantastico il fatto che anche ad occhi chiusi senza vedere il video qualunque chitarrista conoscesse Stef Burns avrebbe riconosciuto che era proprio lui anche senza vederlo e questa è una delle cose più belle che succedono quando un chitarrista con personalità e con qualcosa in più suona e fa un assolo.

Ad un certo punto ci sono dei passaggi in cui aggiunge delle note. La prima aggiunta non mi piace tantissimo, la seconda ci sta molto secondo me.

La Maestria nel Timing

Tra l’altro andiamo a sentire come ha interpretato Stef Burns il timing di questo assolo di chitarra. Il timing di questo assolo è molto complesso perché come sentite ci sono pochissime note, una base molto scarna, tempo abbastanza lento e quindi ogni minima sbavatura a livello di timing, di precisione sul tempo si sente tanto.

E qua la maestria di Stef Burns nel avere in mano il tempo, proprio avercelo dentro il tempo del brano ma giocarci sopra. Non vado preciso sul tempo ma il tempo ce l’ho perfetto dentro di me. Infatti lui non va come un computer sul beat del metronomo, gestisce il timing in modo da dare un’emozione molto più forte ma lui è perfetto sul timing cioè dentro ce l’ha perfetto ci gioca sopra con l’emozione e questo è maestria cioè su un momento del genere dal vivo in quella situazione là dove probabilmente ti buttano dentro un palco e non è che hai suonato tre canzoni prima sullo stesso palco, sei buttato lì ad eseguire l’assolo e via. Questa cosa è da iper professionista.

La Chiusura dell’Assolo

Ecco, e la chiusura qui ragazzi è da paura, è una chiusura scritta benissimo da Brian May, una serie di note che ti porta veramente a quell’emozione , quasi uno sfogo. Questo passaggio è incredibile, ovviamente le note sono pazzesche ma lui l’ha fatto in una maniera quasi perfetta.

A livello di come ha gestito il palm muting, il timing e l’armonico artificiale. So che per alcuni magari si mettono lì, provano diverse volte, dicono “vabbè mi riesce anche a me“, ma la bravura di un super professionista è che l’unica volta che ti viene richiesto di fare in diretta con milioni di persone, pubblico, situazione stranissima, non è il tuo concerto, e la fai così bene. Buona la prima. Assurdo.

L’Interpretazione di Stef Burns

Allora, parliamo un po’ dell’interpretazione. Come ho detto prima, è fantastico il fatto che, se non mi avessero detto che era Stef Burns, si riconosceva proprio, ma subito, dopo 5 note.

La difficoltà in questo caso per un chitarrista che deve eseguire, tra l’altro un chitarrista con personalità come Stef Burns, che è molto famoso tra l’altro in Italia, e deve eseguire un’a ‘assolo di questo tipo, è che purtroppo si tratta di un assolo perfetto così com’è. Io credo che anche solo cambiare la lunghezza di una nota sarebbe togliergli potere, perché quello è uno di quegli assoli che se cambi una virgola non è più lo stesso. È un assolo perfetto questo qua.

Quindi ovvio che Steve Burns che mi arriva a Sanremo e mi fa l’a ‘assolo cercando di replicare esattamente l’originale non sarebbe stata una buona cosa, perché comunque quando cerchi di fare esattamente l’originale per forza sbaglierai, in quanto comunque è impossibile farlo esatto. È come se quelli del volo si fossero messi a cantare come Freddie Mercury. Non si può.

Quindi, bene che ha interpretato un po’, ha fatto qualche piccolo cambiamento, ne ha fatti veramente pochi di cambiamenti, quindi è stato molto rispettoso di quello che era l’assolo originale dei Queen, questo mi è piaciuto molto, e tra l’altro molto bello per il suo stile, perché per quello che è lo stile di Stef Burns, questo assolo secondo me era perfetto per lui.

Replicare il Suono Originale? Impossibile

Adesso andiamo a parlare un po’ del suono della strumentazione che si è intravista e del suono che abbiamo sentito, perché c’è sempre questa diatriba per cui i chitarristi odiano i suoni che escono da Sanremo.

Anche qua bisogna fare una premessa: impossibile replicare il suono di Brian May. Ricordiamocelo sempre perché già ha una chitarra particolare con fase, controfase, robe del genere, se l’è costruita lui, legni, insomma è impossibile voler replicare il suono di Brian May e quindi già questo non si può pretendere.

Secondo, è impossibile replicare il suono di Brian May anche perché lo stesso Brian May sul singolo, cioè sulla versione studio ha un suono, mentre nel live ha un suono molto diverso e suona tra l’altro in modo più simile a quello che ha fatto Stef, sia a livello di melodia che a livello di suono.

Terzo, è impossibile replicare il suono di Brian May anche perché lui usava sempre un Treble Booster, che è un effetto che ti spara le alte frequenze ad un certo livello. Se uno non è abituato a gestire quell’effetto non è il caso che lo usi per un assolo a Sanremo.

Quindi direi che possiamo escludere che Stef Burns avesse voluto replicare il suono originale.

Il Suono e la Strumentazione

Per quanto riguarda il sistema di amplificazione sono rimasto stupito perché ho visto che si è portato dietro il suo sistema di amplificazione funzionante, quindi la testata Marshall JCM900, quella modificata da Mantovani. Sotto abbiamo una cassa 4×12 Marshall, quindi molto classico come sistema, insomma è quello che usa lui, infatti se non sbaglio ha la sua storica chitarra, il suo storico sistema di amplificazione, quindi è proprio Stef. 4×12 cosa vuol dire? Che abbiamo quattro coni da 12 pollici molto semplicemente.

Davanti alla cassa, davanti a uno dei coni della 4×12, nel cono in alto a destra abbiamo probabilmente un microfono dinamico, un SM57 probabilmente, mentre nel cono in alto a sinistra vediamo una sorta di Sennheiser, probabilmente quello là che si butta davanti al cono proprio facendolo calare dall’alto, che è un supercardioide.

Perché portarsi il sistema di amplificazione sul palco?

Allora può essere un po’ per scenografia ma io mi immagino che lui volesse prima di tutto un po’ di suono che gli arrivava da dietro e secondo che sperasse un po’ nel feedback. Il feedback è quando noi lasciamo andare una nota, la nota che noi stiamo lasciando andare fa il doppio giro: i pick up prendono il suono dalla corda, va nell’amplificatore e l’amplificatore butta fuori un suono che di nuovo entra nel pickup e quindi rientra due volte e si sente quel fischio che però se gestito bene come sa benissimo fare Stef Burns crea molte più armoniche si possono creare degli effetti molto interessanti quindi io penso che oltre al fatto che è comunque bello vedere, penso che lui sperasse anche in un feedback poi comunque avere l’amplificatore dietro un minimo di feedback, anche se non lo sentiamo palesemente quindi aumentano le armoniche, eccetera eccetera.

La Chitarra di Stef Burns

La sua chitarra è una Fender Stratocaster ma non c’entra niente con quella che ho io. In realtà la sua è una Custom Shop del ’91, almeno se è la sua storica chitarra, quella che usa più spesso.

Costruita da Larry Brooks, ed è abbastanza diversa da una Strato Standard in realtà, cioè ha diverse caratteristiche che l’allontanano molto da quello che ho io qui. Diciamo che la personalità della Strato si sente ma c’è dell’altro.

Per suonare l’a ‘assolo lui ha utilizzato il pickup al ponte. Ecco questa è una delle prime grandi differenze tra la mia Stratocaster e la sua. Io ho un single coil, come vedete è una sola fila di magneti, per chi non sapesse cos’è un single coil, mentre lui ha un humbucker, quindi uno più grosso che con la distorsione dà un po’ più potenza. Un po’ più rock come pickup. Ed è un Seymour Duncan Jeff Beck.

Effetti utilizzati da Stef Burns?

Quello che penso sia un po’ la costruzione del suono è distorsione, overdrive della testata (immagino). Non ho sentito tanta modulazione ma posso pensare che ci sia anche un minimo di chorus perché ci starebbe su questo solo.

Una cosa certa è che c’era il delay che si sente tanto alla fine, si sente abbastanza preponderante. Non l’ho sentito così preponderante invece durante l’assolo. Tra l’altro non è un delay stereo. Io se fossi stato magari nel fonico gli avrei messo il delay stereo perché qui fa una differenza incredibile un delay stereo, soprattutto per chi ascolta da casa.

Strano che in realtà durante la solo si senta molto poco. Io avrei messo un delay più presente durante l’assolo. Faccio proprio fatica a sentirlo.

Il Suono della Chitarra in Generale

Per quanto riguarda il suono in generale, vi piace non vi piace, facciamo attenzione che come ci aveva detto Riccardo Bertuzzi, che anche lui aveva fatto un assolo dei Queen a Sanremo: Primo, il suono che si sente lì dal vivo è tutta un’altra cosa, cioè sono molte più basse, frequenze basse intendo, e il suono è veramente diverso, quindi quello che arriva diciamo alla tv è un’altra cosa.

Poi ovviamente un chitarrista si fa il suono di per sé come vuole, ma poi deve passare una serie di passaggi, di vari fonici, c’è quello che tratta il suono magari per la tv, quello che tratta il suono per l’esecuzione dal vivo, e quindi viene modificato in seguito. Quindi magari il suono che aveva in testa Stef Burns era un altro, e magari per quello si è portato dietro la sua testata e cassa.

Quindi a qualcuno non è piaciuto il suono, ma vi assicuro che tra tutti i suoni che ho sentito di chitarra di Sanremo, si sente che questo viene da una cassa testata con due microfoni, cioè è un suono molto analogico.

Poi è stato trattato tantissimo, ma si sente che è un suono di un altro livello. Poi magari qualcuno può dire, “pensa agli altri suoni“. Eh, è un po’ quello, cioè se tu lo paragoni al resto, ma non perché non siano bravi i fonici, sono bravissimi, quelli di Sanremo devono fare delle cose incredibili in questi giorni, quindi un grande applauso anche a tutti i fonici di Sanremo, ma perché devono trattare i suoni in un certo modo, perché c’è un’orchestra, ci sono tanti tanti strumenti e non si può lasciare un suono che uno magari ha creato da solo con tante basse, perché andrebbe troppo in conflitto con tutti gli altri strumenti quindi bisogna tagliare il suono, togliere le basse soprattutto. Sappiamo benissimo che sotto i 100 hz molti fonici tagliano tutto della chitarra insomma sono sicuro che sia stato fatto il suono migliore per questa situazione Io sono abbastanza contento di quello che è venuto fuori, perché altre volte avevo sentito degli assoli di chitarra veramente senza corpo, invece qui si sentiva che c’era della roba.

La mia personale opinione

Ok, è il momento che io dia la mia personale opinione. Allora, secondo me figata pazzesca! Prima di tutto adoro quando la chitarra diventa protagonista di un festival come quello di Sanremo importantissimo, super pop, super visibile. Questa è tanta tanta roba. Io ovviamente essendo fan della chitarra, per me la chitarra è il miglior strumento del mondo, quindi è una.

Due, adoro i Queen. Cioè, questa canzone ho sempre considerato questo solo fenomenale.

3, adoro Stef Burns, come vi ho detto già quando avevo 14-15 anni, quindi si parla di 20 anni fa, mi studiavo i suoi brani da solista, che mi piacciono veramente molto.

E infine credo che tutta l’esecuzione fosse stata veramente ottima. Non era una situazione facile da gestire, abbiamo visto super cantanti, super musicisti emozionarsi e avere quegli sbagli da emozione sul palco, quindi era facilissimo fare… qualcosa di molto più sporco, e invece è stato tutto pazzesco.

Ora, a parte quella notina che ho detto all’inizio, probabilmente se uno la registra e la mette in un disco va benissimo un assolo così. Quindi il fatto di avere un assolo che potresti mettere in un disco a livello di qualità, di esecuzione, tecnica e tutto quanto, che è stato registrato in una situazione di quel tipo, ti porta inevitabilmente a fare un applauso gigante a Stef Burns.

Grazie Stef per averci regalato questa emzoione, sei stato un grande e grazie di cuore per aver portato la chitarra alla massa in questo modo straordinario.

Grazie di cuore anche a tutti voi che avete letto o visto questo video.

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