6 Consigli per Creare Suoni di Chitarra Pazzeschi

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In questo video ho raccolto 6 dei consigli sulla creazione del suono della chitarra che ho ricevuto negli anni e che mi hanno fatto dire “Ma come ho fatto a non pensarci prima?“.

Consigli semplici, ma geniali che ti aiuteranno a gestire meglio gli effetti per chitarra:

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Introduzione

Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?
Ecco, questo è quello che mi sono detto nel corso degli anni, ogni volta che qualcuno mi mostrava uno di questi trucchi sugli effetti per chitarra. O meglio, più che trucchi sono idee semplici ma geniali. In questo video quindi vediamo 6 “best practices” o consigli che possono aiutarti a creare un bel suono più velocemente, o a gestire gli effetti in modo più efficace per creare dei suoni migliori.

Quelli che vedremo oggi sono trucchi che io ho accumulato nel corso degli anni, soprattutto all’inizio. Il primo dei trucchi che vedremo, in realtà, è una cosa che ho scoperto recentemente, che non avevo mai fatto prima, però di fatto sono tutti consigli abbastanza semplici.

Penso che un chitarrista esperto non abbia molto da imparare da questo video. Per chi ha iniziato a gestire gli effetti o creare dei suoni da poco, invece, questi consigli potrebbero aiutarvi a rendere più veloce il processo di creazione del suono oppure a generare suoni di maggiore impatto e qualità.

Altra cosa importante: io per una questione pratica utilizzerò il Fractal, per farvi vedere a video come vado a gestire il suono, ma di fatto tutto quello che vedremo in questo video si potrà applicare anche a qualsiasi altro sistema, ad esempio ad un amplificatore con dei pedalini fisici.

Consiglio #1

Come ho detto prima è quello che ho scoperto più recentemente. Quest’idea renderà più veloce lo sviluppo e la creazione dei suoni, come spiegato da Cooper Carter che, nel caso non conosciate, vi consiglio di seguire: oltre ad utilizzare Fractal, motivo per cui ho seguito delle sue Masterclass, ha collaborato con Steve Vai, i Coldplay e altri artisti di fama mondiale.

L’idea consiste nel posizionare un looper, o una loop station, all’inizio della nostra catena, così da poter registrare una breve traccia e poterla mettere in loop. Questa tecnica può essere utilizzata con un qualsiasi looper a vostra disposizione.

Quindi, subito dopo la chitarra e prima di qualsiasi altro routing, abbiamo il nostro looper e andiamo a registrare una piccola traccia audio: a questo punto, se registro con un amplificatore in canale lead, io sento la riproduzione del loop con un suono distorto, perché questo è il suono della mia strumentazione. Ma cosa accadrebbe se dovessi andare a richiamare un altro amplificatore col Fractal? O se in analogico andassi a cambiare amplificatore o canale dello stesso? Non è più necessario andare a suonare continuamente, posso sentire in diretta la stessa traccia registrata precedentemente con il suono che viene modificato dall’equipaggiamento che ci inserisco dopo. Questo è importantissimo perché suonando dal “vivo” per ogni amplificatore, potrebbe capitare che io cambi leggermente il mio modo di suonare, e così anche il suono.

Nel caso utilizzassi un software come nel mio caso, potrei dedicarmi semplicemente a provare i vari settaggi, nel caso fossi in analogico potrei semplicemente cambiare i cavi, gli effetti, i settaggi degli stessi o l’amplificatore. Quindi ecco perché è importantissimo metterlo all’inizio della nostra catena, per creare dei suoni senza dover suonare ogni volta “da capo”. Il contro è che evitando di suonare in prima persona mentre provo i vari setting, non sentirei il “suono sotto le dita” cosa estremamente personale per noi chitarristi, in quanto ci permette di capire più facilmente l’attacco del suono e molti altri aspetti che ci possono far sentire o meno a nostro agio durante un’esecuzione. A livello di mix e qualità del suono non è direttamente correlato, ma se noi ci troviamo bene a suonare, cambia anche il risultato della nostra esecuzione.

Consiglio #2

Durante gli anni, su questo canale, abbiamo parlato numerose volte con Marco Fanton di questo trucchetto: paragonare il nostro suono con un riferimento che ci piaccia, più precisamente con la traccia isolata della chitarra.

Facciamo un esempio pratico: mi piace il suono di chitarra di “Rosanna” dei Toto, cerco quindi la traccia isolata (posso scrivere su YouTube il titolo del brano e aggiungere in seguire “isolated track” oppure “guitar”) e vado a sentire il suono della sola chitarra. Questo è utile perché alle volte all’interno di un brano sentiamo frequenze anche di altri strumenti: tastiera, basso, ecc… In questo modo, se ci piace il suono della sola chitarra, avremo un riferimento verso cui tendere, arrangiando o aggiungendo frequenze che ci facciano assomigliare maggiormente alla traccia di riferimento.

Questa cosa è fondamentale anche per un altro motivo. Ascoltando a lungo il suono che vogliamo modificare, che sia con le cuffie o no, le nostre orecchie si stancheranno e satureranno, ovvero si abitueranno al suono mandandoci fuori dal nostro obiettivo. Con una traccia di riferimento riusciremo sempre a correggere la nostra rotta in modo più oggettivo.

Consiglio #3

Molto spesso nei live si utilizza un boost per aumentare il proprio volume durante gli assoli. Il trucco qui sta nell’utilizzare un equalizzatore al posto del boost per bucare meglio il mix senza necessariamente alzare il volume. Anche tenendo il volume a 0 db, riusciamo ad ottenere un suono che esce dal mix del gruppo e che si sente in modo chiaro. Non abbiamo alzato il volume, bensì abbiamo aumentato la presenza delle frequenze medie, frequenze caratteristiche della chitarra.

Quindi, utilizzando un’equalizzazione con forma ad “A” con la punta massima intorno ad 1 khz (eventualmente anche attorno ai 2 khz), ottengo questo risultato. Quest’idea l’ho vista spiegata per la prima volta dal grande Paul Gilbert. Se andassimo ad aumentare tutte le frequenze rischieremmo di creare confusione andandoci a sovrapporre ad altri strumenti. 

Questo risultato l’ho ottenuto posizionando l’equalizzatore dopo il tutto il sistema di amplificazione (come in studio di registrazione), nel caso lo posizionassi prima la differenza si sentirebbe meno netta, in quanto andrei a saturare eccessivamente il preamplificatore, aumentando il livello di distorsione. In questo caso dovrei accentuare ulteriormente la curva dell’equalizzatore e aumentare i db generali.

Consiglio #4

Questo consiglio è molto semplice ma essendo controintuitivo, pochi chitarristi lo scoprono da soli: possiamo utilizzare due effetti identici, o della stessa famiglia, in serie: su un canale clean ho aggiunto due TS808, di cui uno modificato: il primo avrà il drive a 2, il secondo a 4. L’effetto che otteniamo è ben diverso da un overdrive settato a 6, inoltre ci permette di poter giocare e di poter scolpire il nostro suono con più precisione avendo molte sfumature a nostra disposizione.

Il primo dei due overdrive sarà estremamente dinamico, sentiremo distorsione solo “picchiando” con la mano, ma renderà caratteristico a livello timbrico il suono.Il secondo overdrive, invece, avrà più distorsione e saturerà maggiormente. Con due overdrive possiamo quindi ottenere una sonorità tipica di un vero e proprio distorsore, ma con maggior dinamica ed un suono più “rotondo”.

Consiglio #5

Il quinto consiglio consiste nell’utilizzare il tremolo per gli arpeggi o note lunghe. Spesso vediamo chitarristi utilizzare la leva del vibrato o “piegare” il manico per modificare un suono “troppo dritto” su arpeggi lunghi, perché noi chitarristi non riusciamo a lasciare una nota troppo a lungo senza modificarla!

Utilizzando il tremolo potremo tranquillamente lasciare andare la nota, in quanto sarà l’effetto stesso a modificarla. Fai anche caso a quanto risulti ricco e completo il suono aggiungendo anche gli ambienti, come Delay e riverbero.

Consiglio #6

Questo consiglio è semplicemente geniale: utilizzare il noise del nostro segnale per settare una modulazione: se aggiungessi un flanger al mio Rig e, con una distorsione importante, togliessi il noise gate, sentirei tutto il rumore di fondo del segnale: su questo rumore di fondo sentirei la modulazione in azione e potrai quindi modificare, senza dover suonare, la lunghezza d’onda e la velocità.

Bene, questi erano i 6 consigli a cui magari non avevi pensato prima e che potrebbero aiutarti a creare suoni migliori o a crearli più in fretta.

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