Sette Corde: Numero Perfetto Anche per la Chitarra?

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Per caso ti piace sperimentare toni più gravi e sei stanco di dover continuamente scordare la chitarra per ottenerli? Ecco ciò che ti serve: una bella “ascia” a sette corde!

Potresti pensare: “una corda extra mi disorienterebbe” o “come faccio a prendere gli accordi? Cambierà tutto!”. Ma non c’è nulla da temere, perché con la giusta fiducia e consapevolezza potresti allargare la tua creatività in un modo che non credevi possibile su uno strumento già così versatile.

La chitarra a sette corde, storicamente, nasce proprio dall’esigenza di esplorare nuovi orizzonti sonori!

👋 Sono Federico Figlioli, maestro certificato Chitarra Facile, diplomato in Chitarra Heavy Metal e Chitarra Rock PRO alla Guitar Academy e chitarrista e compositore per la band Teatro Euphoria. Nel caso volessi seguire delle lezioni di chitarra private con me o con gli altri maestri certificati della scuola, clicca qui.

Dai Cori alle Corde

Durante il Rinascimento le chitarre presentavano quattro coppie di corde, chiamate cori, che poi divennero cinque nel Barocco ed infine sei durante il XIX secolo. Grazie al cambio di materiale per fabbricare le corde, non più budello animale ma metallo, si ottenne un suono più profondo, omogeneo e duraturo, che spinse i liutai ad abbandonare i cori e lasciare solo le sei corde.

Ma alcuni sentirono la necessità di aumentare il range dei bassi e crearono le chitarre a sette corde, utilizzate per accompagnare la linea solista o sopperire alla mancanza del basso.

In Russia, questi strumenti presero il nome di Semistrunka e si diffuse anche l’accordatura Open G (che prevede di intonare le corde in RE, SOL, SI, RE, SOL, SI, RE). Mentre in Brasile presero piede nei generi musicali tradizionali Choro e Samba, con lo stile Baixaria: nel quale ci si accompagna con le note basse mentre si suonano triadi alte. Lì era più utilizzata l’Accordatura Standard con l’aggiunta della settima corda in DO al basso (DO, MI, LA, RE, SOL, SI, MI), o talvolta in SI o in LA per estendere ulteriormente il range.

In Europa veniva sempre preferita la chitarra a sei corde, sebbene circolassero alcuni esemplari di sette corde che venivano utilizzate principalmente nel Jazz, in cui il range più esteso ai bassi tornava utile per alcuni accompagnamenti.

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La Popolarità

La chitarra a sette corde spopolò in due precisi momenti della storia contemporanea, grazie all’impatto dirompente di Steve Vai e dei Korn, spinti da esigenze diverse ma accomunati dalla ricerca di un sound più ricco e originale.

Steve Vai è stato il precursore di quella ricerca di profondità che i musicisti Nu Metal continuarono dagli anni ’90 in avanti, ma naturalmente lui la utilizzò – anzi, piegò – ai suoi virtuosismi tipici, ricchi di armonici, legati vertiginosi e ritmiche secche e dirette, dimostrandosi un genio della chitarra moderna.

Potete ascoltare bene la pesante ritmica sulla settima corda in The Audience Is Listening  dall’album Passion and Warfare del 1990, il primo in cui introdusse questa “belva” nella sua ampia strumentazione.

Steve Vai ha poi riversato la sua personalità nelle specifiche della chitarra Ibanez UV7, collaborando per la produzione ed il lancio della serie.

I Korn sono gli apripista del Nu Metal, col loro album di debutto omonimo nel ’94, nel quale utilizzarono una sette corde accordata un tono sotto rispetto all’Accordatura Standard e con il LA al basso (LA, RE, SOL, DO, FA, LA, RE): rimasero così la band con l’accordatura in assoluto più bassa della prima ondata del genere (Linkin Park Drop D#, System of a Down Drop C, Slipknot Drop B); solo nove anni dopo, i Deftones li superarono con una sette corde accordata un tono e mezzo sotto con il SOL# al basso (SOL#, DO#, FA#, SI, MI, SOL# DO#) nel brano Hexagram del 2003.

La stessa accordatura utilizzata dai Korn fa “rizzare i peli” anche a me! Quando decido – oso, più che altro – calare la mia accordatura verso gli “inferi“! Il suono che ne esce è davvero pesante, fragoroso ed addirittura impastato, quella texture unica che rende il sound ancora più aggressivo, sporco ed iconico!

La prima traccia dell’album, Blind, fu già una dichiarazione di guerra alle sonorità soft. In cui non si limitarono ad insistere unicamente su registri bassi, bensì sfruttarono appieno tutto lo strumento in un bel divario tra suoni gravi ed acuti, anche aiutati dall’effettistica.

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Eredità ed Eccessi

Oggigiorno, parecchie band Metal hanno imbracciato la sette corde per sviluppare – ognuna a proprio modo – le peculiarità di questo strumento.

I Meshuggah sono sicuramente rinominati tra i cultori del metal tecnico ed estremo, con brani le cui tablature (TAB – clicca qui se non sai cosa sono) riportano un perenne “|-0-0-0-0-0-0-0-0-|”, alternando figurazioni ritmiche di notevole esecuzione.

Ti propongo un classico che arriva addirittura alla otto corde, ma che abbassando di molto l’accordatura può essere suonata anche sulla sette corde.

Un altro esempio moderno (ma non troppo) è John Petrucci, il quale trasforma il sound docile in aggressivo “in un battito d’ali”, anche grazie alle chitarre “da corsa” che ha contribuito a realizzare, come la linea Music Man Majesty 7. Puoi ascoltare l’ingresso di questa aggressività mista a leggerezza durante gli assoli in This Dying Soul dall’album Train of Thoughts del 2003.

Per chiudere con una perla moderna e stimolante, ti lascio all’ascolto di Language I: Intuition suonata da The Contortionist, una band partita da un Grindcore sporco e crudo che si è successivamente avvicinata a sonorità più Prog, Jazz e Djent – come la maggior parte delle band Technical Death Metal che sfruttano al meglio le proprie incredibili abilità per comporre musica di alto livello!

Peculiare è l’uso massiccio del delay che trasforma l’arpeggio di due chitarre in un tappeto sonoro coinvolgente, cui seguono sezioni in tempi dispari e accordi modali, fino ad arrivare allo sfogo finale con accordi a sette corde piene che soddisfano i timpani e l’anima! L’accordatura “solo” un semitono sotto rispetto alla Standard, porta a sonorità meno comuni e più docili.

Per i più agguerriti, ecco la seconda parte, molto meno soft.

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Estensione Visualizzata

Come avrai intuito leggendo questo articolo, la chitarra a sette corde dà una libertà di espressione che non si riduce al solo “aumento di note basse”, ma insieme al range dello strumento si amplia anche la visione del chitarrista! Similmente ad un tastierista che spostandosi su un pianoforte, per contrapposizione, sa sfruttare meglio anche i registri alti.

Basti pensare, poi, a quanta creatività possa fuoriuscire da coloro che sperimentano con le accordature, i voicing e le composizioni che sfruttano corde come pedali di appoggio… sì, io sono uno di questi, ma ve ne parlerò al prossimo articolo!

Conclusioni

Spero questa lettura vi abbia stimolato curiosità e creatività, che non guastano mai nel vasto panorama della musica, soprattutto nel profondo calderone del Metal.

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Alla prossima!

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